(La Redazione)

Tra le varie buone pratiche che si svolgono nel nostro quartiere, siamo venuti a conoscenza di un progetto che si chiama Progetto #Spaziando che si sta svolgendo da due anni nell’I.C. Fidenae.
Ci è sembrato un progetto molto bello e, se vogliamo, innovativo.
Per questo motivo abbiamo incontrato Marta Simone un’educatrice scolastica (OEPA) e ideatrice del progetto, che attualmente sta prestando il proprio servizio nella scuola del nostro quartiere grazie ad un bando vinto dalla Cooperativa Aldia per la quale lavora.
Allora lasciamo la parola a Marta che ci racconterà questo progetto e la sua genesi.
Prima di tutto grazie per questa possibilità che mi date di rendere pubblica questa mia iniziativa nata da due mie grandi passioni che con il tempo sono riuscita a “legare”.
Infatti, prima di essere una educatrice sono stata e sono una insegnante di ballo “hip hop” e, per essere onesta, devo dire che è stato il mondo dell’arte a farmi diventare educatrice. Negli anni ho incontrato nel mio percorso ragazzi con diverse disabilità e ho potuto verificare come la danza fosse fortemente terapeutica.
Oggi che sono educatrice utilizzo molto tutto ciò che è il mondo, anzi direi la cultura “hip-hop” come strumento per avvicinare ed educare i giovani.
Il Progetto Spaziando nasce quindi proprio in questo terreno dove l’humus è la combinazione dell’amore per l’arte e l’amore per l’educazione.
L’ambiente delle periferie metropolitane è il luogo più adatto per questo tipo di progetto anche perché è simile al luogo dove la cultura “hip-hop” è nata negli anni Novanta più precisamente nel 1975 da alcuni giovani del Bronx, distretto di New York, abitato principalmente da Afro-Americani. Questo movimento nasce in un contesto di forte crisi politica e sociale fortemente provati dalla criminalità e dalla povertà, a causa di ciò si manifestavano vari episodi di violenza. Nasce come ribellione sociale al fine di favorire la pace attraverso l’integrazione tra le varie etnie di quartiere, questo avvenne attraverso i “block party” ovvero feste di quartiere basate sull’utilizzo della musica ed il ballo, cercando di ridurre risse e gli scontri violenti che spesso avevano luogo. Con questa cultura si va a racchiudere diverse forme artistiche che includono “Deejaying, Graffiti, Emceeing e diversi sottostili di danza.
Questa breve premessa mi permette di “centrare” il perché del progetto.
Penso di fare un’analisi abbastanza condivisibile se affermo che l‘ambito territoriale del Municipio III di Roma è un distretto che presenta una carenza di servizi che possano rispondere alle esigenze sociali, e che combattano la povertà educativa attraverso attività artistiche, culturali e relazionali.
Sono stati riscontrati bisogni legati a un desiderio di educare giovani generazioni, spesso disorientate e sole (maggiormente in questo momento storico a fronte della situazione dovuta all’emergenza Covid), e di farlo in un luogo noto – la scuola – che diventi per loro non solo luogo di istruzione, ma un vero e proprio rifugio dove possano essere liberi di esprimersi ed emozionarsi.
A seguito di questa analisi territoriale mi è nata l’idea di creare un laboratorio concepito come “movimento in musica”, denominato, appunto, Spaziando, nel quale sono coinvolti gli alunni delle seconde e terze medie con l’intento di proporre attività che usino l’arte come mezzo educativo.
Il protagonista di questo progetto è, come già accennato, l’hip-hop che ha dato origine alla street-art e attraverso graffiti, danza e musica si utilizza forme di arte che hanno la stessa finalità.

Questi tre elementi sono utilizzati come mezzi educativi e promotori di inclusione sociale in una chiave più vicina agli alunni/ragazzi perché si basano su regole condivise e chiedono a tutti di partecipare mettendo in gioco le proprie abilità e competenze. Lo scopo è quello di offrire a tutti il diritto all’arte, intesa come espressività intenzionale, consapevole e condivisa attraverso un percorso strutturato con il fine di fare emergere le capacità e le risorse del singolo.
Nel progetto #Spaziandoil laboratorio di movimento in musica è inteso come un percorso educativo di gruppo a partire dalle esigenze e dalle richieste creative di singole persone, rivolto a tutti.
Gli incontri si svolgono nella palestra della scuola media plesso Nobel che, essendo un ambiente ampio, permette di svolgere le attività artistiche e coreutiche in piena sicurezza e nel rispetto delle normative vigenti finalizzate al contrasto della diffusione del Covid.
Ogni incontro ha la durata di un’ora e mezza e inizia con un momento comune di “Accoglienza”: i ragazzi insieme agli esperti, iniziando l’incontro ponendosi in cerchio. Il cerchio è la struttura che permette a tutti di comunicare tra loro; possono guardarsi negli occhi e riconoscersi l’uno con l’altro. Questa fase serve a creare un clima positivo e di collaborazione; inoltre, trasmette informazioni sull’atmosfera del gruppo, sul tipo di sensazione dominante e sulle caratteristiche dei singoli. Tale momento è importante come fase di osservazione e di conoscenza dei ragazzi, di come si pongono in relazione reciprocamente e dello stato emotivo con il quale entrano in connessione.

Nei diversi incontri facciamo:
- Laboratorio di “musica rap”: i ragazzi insieme all’esperto si occupano di produrre e scrivere un testo e creare un beat ovvero una traccia musicale al fine di raccontare la realtà di ciò che vivono nella loro quotidianità i giovani partecipanti al progetto;
- Laboratorio del “Teatro sociale”: per educare alla cittadinanza cercando di mettere in primo piano la convivenza civile. Viene prodotto un video con la finalità di far emergere le problematiche del quartiere con l’idea e la speranza di renderlo migliore.
- Laboratorio “coreografico”: i ragazzi durante il percorso realizzano una coreografia creata da loro stessi con la supervisione dell’esperto (che avrà solo un ruolo di guida e di supporto, nel caso si riscontrassero difficoltà). Coreografia in cui hanno la possibilità di scegliere un oggetto personale che sarà un punto di riferimento per l’apprendimento del movimento e di memoria. Inoltre, il laboratorio coreografico ha come scopo l’acquisizione di competenze tecniche e la realizzazione di un video editing (punto 2).
- Laboratorio di “graffiti”: riuscire ad insegnare ai ragazzi a creare qualcosa di autentico e personale con l’obiettivo di far comprendere la differenza tra lo sporcare un muro e invece, il realizzare un’idea in disegno che possa diventare un’opera d’arte per la riqualificazione del quartiere.
Il Progetto #Spaziando vuole essere pertanto un percorso formativo ed esperienziale di esplorazione e crescita personale mediante un processo empatico, dove l’obiettivo primario è quello di “ritrovarsi”, accedere alla consapevolezza del proprio essere, lavorare sulla presa di coscienza e accettazione della propria persona, così da far emergere le proprie qualità in modo veridico, tanto le debolezze quanto le capacità e le risorse.
Questo laboratorio vuole aprire le menti dei giovani al fine di ampliare il focus del “modello scolastico”, inteso qui non solo come sistema di studio e regole, ma anche come un vero e proprio punto di riferimento per gli alunni, dove possano esprimersi nella loro totalità, stimolando la loro creatività.
Ci tenevo a ringraziare la professoressa Zuleyka di Mario per aver dato luce a questo progetto dando un continuo supporto e fiducia, insieme a Don Giuseppe, anche per la sua continua collaborazione.
Tutto quanto finora detto ha portato a realizzare quest’anno un brano musicale dal titolo “Il quartiere” che potete ascoltare su Spotify e su Youtube.
A conclusione dell’anno, il 10 giugno, sul palco di Largo Labia, si è svolta una serata dedicata al tema della street art, presentando diversi laboratori, e a seguire presentazione del progetto con proiezione del cortometraggio fatto dai ragazzi sul quartiere di Fidene.

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