(di Simona Galia)
Domenica 15 maggio i fedeli della Parrocchia di Fidene, Santa Felicita e Figli Martiri, sono stati chiamati a partecipare in piazza San Pietro alla celebrazione eucaristica della V Domenica di Pasqua presieduta dal Santo Padre Francesco con il rito della canonizzazione di don Giustino Maria Russolillo, fondatore dei Padri Vocazionisti, e di altri nove beati.
La giornata è iniziata molto presto, siamo partiti tutti insieme da largo Labia riempiendo tre pullman.
Dalla temperatura frizzante delle prime ore del mattino siamo passati al sole forte a tratti piacevolmente alleggerito da un po’ di vento. Arrivati a san Pietro abbiamo trovato una gran folla vivendo un’esperienza che ci ha emozionato riportandoci indietro di due anni, alle occasioni di incontro e condivisione prima della pandemia.

Dopo aver attraversato diversi ingressi e controlli siamo arrivati finalmente nella piazza dove abbiamo preso posto un po’ sparpagliati e di lì a poco è iniziata la celebrazione: una breve presentazione della vita dei dieci beati, poi la loro canonizzazione all’interno della S. Messa.

Come sempre le parole di papa Francesco sono illuminanti. La santità è una chiamata per tutti, secondo la vocazione di ciascuno e, potremmo dire, per ognuno “secondo la propria specie” (Libro della Genesi). È nella quotidianità, nella vita di tutti i giorni che siamo chiamati a viverla e a costruirla. La vita del cristiano è semplice, aggiunge papa Francesco, non è fatta di grandi cose o gesti eroici, talvolta siamo noi a complicarcela. La cosa veramente importante da capire è che tutto nasce dall’Amore di Dio per noi. L’origine di tutto non siamo noi, uomini e donne, i nostri talenti, le nostre capacità, la nostra volontà. Ognuno risponde a un amore gratuito che Dio ha verso ciascuno di noi ancor prima della nostra nascita e a prescindere da quanto valiamo, da quanto produciamo, da quanto siamo considerati in questo mondo. Anzi, è proprio negli errori e nelle debolezze che trova ancora più spazio la misericordia di Dio. Gesù sapeva che sarebbe stato tradito e chi lo avrebbe tradito e per questo ha provato dolore e amarezza, ma non ha smesso di affidarsi al Padre e di amarci fino alla morte in croce. È questo che umanamente ci sembra scandaloso, qualcosa di esagerato, impossibile per l’essere umano… sì, se pensiamo di farcela da soli! Ma non lo siamo, Gesù manda dal Padre lo Spirito di verità, lo Spirito Santo, che ci accompagna e ci aiuta a rileggere ogni avvenimento della nostra vita, conducendoci, semplicemente, sulla strada della santità.
Don Giustino aveva ben chiaro tutto questo. Partendo dalla preghiera, intesa come relazione personale con Dio, ha vissuto dando luce al messaggio sempre attuale del Vangelo. Tanto vicino ai giovani, a chi era in difficoltà, anche economiche, cercava di scorgere in ciascuno le sue potenzialità, i sogni di ognuno, non per questo mondo, ma da realizzare in questo mondo per rispondere a una vocazione “unica e irripetibile” ed essere parte del grande progetto di Dio per l’umanità. Grazie san Giustino per ricordarci sempre che è possibile!
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