La cappella del presepe

di Roberto Bracco

Che Roma sia un museo a cielo aperto, credo che lo sappiamo tutti molto bene, basta fare una passeggiata, o come faccio io quando sono qui: una corsa mattutina senza meta attraverso le meravigliose vie del centro, per restare ogni volta accecati dalla bellezza inspiegabile di ogni suo singolo angolo.

Le chiese, le antiche rovine, gli obelischi, le piazze, le fontane… e chi più ne ha più ne metta. E siccome ci avviciniamo al Santo Natale, volevo parlarvi di un’opera a tema natalizio appunto.

Dimentichiamo per un momento uno dei simboli stessi del Natale Romano: il grande albero di Natale in Piazza San Pietro perché non è lì che stiamo andando, ma bensì in Piazza del Popolo.

Vi chiederete: “perché?” E fareste anche bene visto che apparentemente la piazza non ha nulla di particolarmente X-mas style se si escludono le decorazioni degli alberghi e dei negozi di via del Corso.

Eppure, proprio in Santa Maria del Popolo, oltre al Carracci e al Caravaggio si trova la cappella del Presepe.

Già, un’intera cappella dedicata ad uno degli elementi decorativi più belli del Natale!

Entrando in chiesa è la prima sulla vostra destra e fu fatta erigere dal cardinale Domenico Della Rovere durante il pontificato di Sisto IV, proprio il papa della cappella Sistina!

La magnifica decorazione pittorica del Pinturicchio che, secondo la datazione tradizionale, vi lavorò dal 1488 al 1490, anche se studi più recenti hanno proposto una data più anticipata, intorno ai primi anni 80 del ‘400.

Anno più o anno meno quello che però colpisce è l’estrema bellezza del grande affresco centrale incorniciato da un’arcata marmorea scolpita e dorata a grottesche così tipiche di quel periodo.

Erano quelli gli anni in cui fu scoperta, per caso, la Domus Aurea di Nerone e gli artisti fecero tesoro delle ricchissime decorazioni in essa contenute.

Ma passiamo ad ammirare “L’Adorazione del Bambino con san Girolamo”.

Veniamo subito rapiti dalla bellezza di questo presepe, così simile a quelli che siamo abituati a fare ogni anno nelle nostre case.

La capanna è a destra, parzialmente in rovina e con mura di materiali diversi, simbolo delle religioni pagana ed ebraica che si sgretolano con la venuta del cristianesimo, lì accanto il dolcissimo brano descrittivo del bue e l’asinello, chiusi da un recinto di rametti intrecciati.

Al centro si trovano la Sacra famiglia, san Girolamo e i pastori in adorazione che fanno da corte al Bambino dolcemente adagiato su una fascina di grano, chiaro rimando al pane dell’eucaristia. Giuseppe è rappresentato semi addormentato ed anche questo particolare va letto attraverso la simbologia, si sottolinea così la sua estraneità al concepimento di Gesù, opera invece dello Spirito Santo.

La Madonna invece stupisce per un insolito outfit verde scuro, colore che rimanda alla purezza, all’immortalità e alla fede.

Un ricchissimo e dinamico sfondo si perde poi in lontananza e proprio da lì si inizia a intravedere l’arrivo del corteo dei Magi e l’annuncio ai pastori da parte dell’angelo, situato in alto al centro.

Sempre al centro un albero estremamente slanciato, che simboleggia la vita eterna portata da Cristo all’umanità, fa da perno allo sfondo e media tra le due parti, riequilibrandole. Ogni elemento ha quindi una sua valenza simbolica e descrittiva ma anche compositiva.

Che ne dite allora di andare di persona a scoprire questa e tante altre meraviglie della città? Perché per quanto un’immagine sia definita, nulla equivale a vedere un’opera d’arte dal vivo!

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