PROSEGUE IL CAMMINO SINODALE.

di Fabio Martino

Come forse ricorderete, nel numero precedente, abbiamo iniziato a parlare del cammino sinodale che Papa Francesco ha indetto nel 2021 e che continuerà fino al 2025 e, in brevi riassunti, abbiamo riportato quali sono stati gli esiti della consultazione fatta lo scorso anno prendendo a riferimento la sintesi fatta dalla Diocesi di Roma.

Una frase molto impegnativa e consapevole di Papa Francesco ha dato forma e consistenza nelle nostre Chiese in Italia a questo cammino sinodale “Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio”.

Ed è su questa certezza che anche nel corso di questo anno prosegue questo cammino attraverso i “Cantieri di Betania”.

Perché i “Cantieri di Betania”?

Perché mentre confluivano le sintesi diocesane degli incontri dello scorso anno, l’incontro con Gesù con Marta e Maria, nella casa di Betania (Lc 10, 38-42) si è profilato come icona per il secondo anno. Parole come: cammino, ascolto, accoglienza, ospitalità, servizio, casa, relazioni, accompagnamento, prossimità, condivisione… sono risuonate continuamente nei gruppi sinodali e hanno disegnato il sogno di una Chiesa come “Casa di Betania” aperta a tutti.

“Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta»”.

Sulla base di questo racconto biblico sono stati proposti tre cantieri:

  1. Il cantiere della strada e del villaggio.

Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio”. L’immagine del cammino e del villaggio indica tutte quelle situazioni in cui siamo chiamati maggiormente ad entrare e quelle persone che siamo invitati ad avvicinare. Che siamo in cammino sinodale lo abbiamo ormai compreso. Si tratta ora di individuare con attenzione i villaggi in cui entrare. Questo cantiere potrà aprirsi ai poveri e ai fragili, agli emarginati e allontanati, ai giovani, alle donne, ai mondi delle culture e delle arti, delle professioni della politica, del volontariato e delle istituzioni… Insomma, tante situazioni e persone con cui siamo in debito di ascolto.

  • Il cantiere dell’ospitalità e della casa.

Una donna, di nome Marta, lo ospitò”. C’è un desiderio diffuso di (ri)-sentire un’aria di casa e di famiglia nei luoghi che frequentiamo, non ultime le nostre comunità di riferimento. Il cammino di Gesù trova una sosta, grazie all’accoglienza in una casa. C’è bisogno di un’esperienza domestica, di fermarsi ad incrociare volti, a raccontare e ascoltare storie. Ed allora questo cantiere ci può aiutare a capire come e quali segni dare per rendere la Chiesa più casa. A volte anche pensando ad uno snellimento delle strutture che, seppur pensate a fin di bene, a volte ostacolano l’accoglienza e l’ascolto.

  • Il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale.

Maria (…), sedutasi ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi”. L’icona di Maria e Marta ci richiama alla necessità della “parte migliore” – l’ascolto – e del servizio. Pertanto, questo cantiere ha come primo obiettivo quello di riconnettere il servizio (diaconia) con la sua radice spirituale. Si incontreranno qui le questioni legate alla formazione, le varie vocazioni, ma anche il tema molto sentito della corresponsabilità femminile. Può essere l’occasione di approfondire l’ascolto di coloro che sono già impegnati in qualche servizio, ma anche ascoltare voci che normalmente sono minoritarie nella dinamica della corresponsabilità o non sempre adeguatamente valorizzate (le donne, i giovani, i religiosi, le religiose, i malati, gli emarginati, ecc..).

Anche quest’anno gli incontri saranno in piccoli gruppi in cui l’ascolto continua ad essere l’elemento essenziale e il Cardinale Zuppi, attualmente Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), parlando dell’ascolto si è espresso in questi termini “È tanto necessario ascoltare per capire, perché tanti non si sentono ascoltati da noi; per non parlare sopra; per farci toccare il cuore; per comprendere le urgenze; per sentire le sofferenze; per farci ferire dalle attese […]”.

Allora non ci rimane che augurare a tutti un buon cammino soprattutto a chi lo inizia solamente quest’anno.

Per chi fosse interessato vi invitiamo a rivolgervi ai sacerdoti presenti nelle vostre comunità parrocchiali.

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