
di Chiara Cicconi
Inizio ogni giorno ringraziando di poterlo vivere nonostante la consapevolezza che in futuro ci saranno altri momenti difficili come quelli già affrontati, ma questo mi permette di vedere ogni cosa in modo diverso. E con “ogni cosa” intendo qualsiasi cosa, dalle più importanti a quelle che lo sono di meno. Ringrazio ogni mattina per i giorni di sole ma anche per quelli di pioggia, per i giorni freddi e per quelli caldi, per i giorni difficili e per quelli più semplici, per quelli sereni e per quelli tristi, e lo faccio in anticipo, senza sapere come sarà ogni singola giornata ma, per me, si tratta comunque di una in più da vivere.
Tutto questo mi pone in una prospettiva diversa. È molto difficile spiegare questo mio stato d’animo a qualcuno che crede ci sarà sicuramente un domani, senza porsi alcun dubbio su questo ma nessuno può avere la certezza che avrà la possibilità di vivere anche il giorno successivo e quindi non è possibile ipotecare il futuro.
Avendo compreso questo tramite le esperienze della mia vita, vivo ogni giorno come se fosse l’ultimo e mi godo il presente, ogni attimo, e in questo modo faccio caso a tante cose che, nella nostra quotidianità, spesso sfuggono alla nostra attenzione, come un meraviglioso tramonto che fa capolino tra i palazzi della mia città, un fiore che sbuca da una piccolissima aiuola sul marciapiede, un bambino che mi guarda e mi sorride mentre passeggia con la sua mamma. Guardo tutto ciò che mi circonda e vedo la bellezza che ci perdiamo ogni giorno perché pensiamo di avere tempo per accorgercene domani. Nello stesso modo vengono affrontati i rapporti umani. Non esterniamo i sentimenti verso i nostri cari perché ci sarà tempo per farlo e, quando quel tempo è finito, ci pentiamo amaramente di non averli espressi quando eravamo ancora in tempo. Per gli stessi motivi si portano avanti rapporti che sappiamo essere sbagliati, credendo di avere tutto il tempo a disposizione per chiuderli e cercare quelli che ci renderanno felici. E intanto il temo passa e la vita, la nostra o quella dei nostri cari, spesso finisce ma ce ne rendiamo conto solo quando accade.
Ho compreso questo quando il mio tempo avrebbe potuto essere finito per un arresto cardiaco e tramite l’esperienza di premorte correlata a quell’evento.
Così mi sono accorta che la paura della morte non ci permette di vivere pienamente perché pur di non pensare che un giorno dovremo morire, viviamo come se fossimo eterni e procrastiniamo ogni cosa.
Ritengo sia importante educare all’accettazione della morte e viverla come un passaggio, ciò che è in realtà, e non come la fine tutto. Credo che essere felici sia una scelta da compiere quotidianamente.
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