
Chi siamo:
Io e Massimo ci siamo conosciuti nella parrocchia, lui suonava la chitarra ed io cantavo, frequentavamo i padri domenicani, insieme a tanti amici che ancora oggi ci sono vicini.
Ci siamo sposati nel 1997- 25 anni fa, ed abbiamo due figli Andrea di 24 anni e Irene di 22. Andrea lavora da tre anni come consulente, ed è un appassionato calciatore. Irene è studentessa universitaria in Lettere e insegnante di chitarra classica per bambini.
Noi due lavoriamo insieme da oltre 10 anni, nello stesso studio, Massimo è architetto e responsabile dello studio ed io impiegata part time amministrativa. Lavorare insieme non è semplicissimo, ma con attenzione e rispetto ci si può fare! Anzi, si condividono meglio delle criticità e gli obiettivi del lavoro. Amiamo i gatti, l’opera lirica, fare lavoretti manuali in cui ci prendiamo cura della nostra casa, stare con gli amici e ogni tanto trascorrere weekend in giro.
Io e Massimo abbiamo sempre frequentato la parrocchia già da prima di fidanzarci. Poi da appena sposati, e per circa i successivi 20 anni, mentre avevamo i bambini piccoli, è cresciuta sempre più la voglia di vivere una spiritualità ricca, interessante, per cui eravamo molto curiosi di partecipare a tutto quello che ci stimolava.
Partimmo con un gruppo di ascolto un paio di anni a casa nostra con parrocchiani e non credenti, fu un bello stimolo! Poi ci siamo occupati di percorsi per i genitori del catechismo o famiglie giovani appena sposate, organizzando le cosiddette “domeniche della comunità”, film a tema, condivisioni sul vangelo, etc… Una parte simpatica di questi vent’anni è stata l’esperienza della compagnia teatrale musicale della parrocchia (poiché entrambi amiamo cantare) in cui eravamo organizzatori e cantanti protagonisti di alcuni musical famosi, come “Forza venite gente”, “Aggiungi un posto a tavola”, “Se il tempo fosse un gambero”, “Joseph e la tunica multicolor “ …
Un passaggio importante verso il 2010 fu quando fummo invitati a partecipare come referenti parrocchiale ad una consulta diocesana per le famiglie. Durante un convegno diocesano assistemmo ad alcune testimonianze di persone separate e divorziate-risposate, provenienti da “La Casa” di Bergamo – referente don EugenioZanetti – un percorso attivo che esisteva già da oltre 14 anni. Questo percorso accoglieva, accompagnava, includeva le situazioni di famiglie o singoli feriti a seguito dell’esperienze di fallimento matrimoniale. La loro testimonianza ci commosse moltissimo e sentimmo una spinta del nostro cuore a creare un percorso simile anche nella nostra città, con l’appoggio favorevole del nostro vescovo, all’interno della Pastorale familiare diocesana.
Dal 2012 al 2020 siamo divenuti responsabili del percorso livornese, chiamato Percorsi di Luce. Questa esperienza è stata per noi immensamente profonda e radicale: ci siamo messi a fianco e in ascolto delle problematiche, curando uno spazio di accoglienza, fino nei dettagli, per chi si sentiva fortemente escluso dalla chiesa, “marginalizzato” o in “colpa”, suscitando domande profonde sulla fede e il recupero del rapporto con Dio, che è misericordia, amore e inclusione.
Ogni mese un tema diverso, ogni anno temi diversi; il percorso era estremamente ricco e coinvolgente, sempre aperto a tutti; chi passava, chi restava… sperimentando quella chiesa di accoglienza e di apertura, che spesso gli mancava.
Tutto questo ci ha permesso di crescere tantissimo spiritualmente, abitando le domande e le ferite, che ognuno di noi porta dentro, e ciò ha profondamente cambiato il nostro sguardo sulla fede sulla chiesa.
In quegli stessi anni l’incontro con la fraternità di romena di Don Luigi Verdi per noi fu un ulteriore passaggio ed aggiunta fondamentale alla nostra crescita: ci nutriva una modalità di chiesa semplice e umana, gioiosa, e questo ci dava entusiasmo che a nostra volta riversavamo sulle esperienze locali.
Purtroppo durante l’anno 2020, in concomitanza con la criticità della pandemia, questa nostra intenzione non è stata più compresa e accettata dalle autorità diocesane, per cui decidemmo di farci da parte e lasciare proseguire quel percorso, che è tutto oggi continua – almeno nel nome – e cercare una modalità diversa di espressione per prendersi cura degli altri.
Così, insieme ad alcuni amici fraterni del precedente cammino, abbiamo deciso di costituirci in un’associazione di volontariato, chiamata “Ruah- oro nelle ferite”. Siamo 7 fondatori laici, 3 coppie, di cui una risposata, ed una persona separata. Tutti insieme abbiamo sentito il forte desiderio di promuovere itinerari per la spiritualità, di ispirazione cristiana, creando possibilità di incontro, condivisione e conoscenza di sé, crescita spirituale e umana, basata su testimonianze delle persone che incontriamo sul nostro cammino.
Ad oggi sono state tantissime le perle preziose che abbiamo raccolto e le persone incontrate e le esperienze. Abbiamo compreso che lo Spirito soffia dove e come vuole, che il Signore è dentro la storia sacra di ognuno di noi e che si percepisce la Sua presenza dove è amore e accoglienza di tutte le (bio) diversità, come in natura. “Ciò che è semplice è naturale e ciò che è naturale racchiude il divino” (Papa Giovanni XXIII)
Nelle esperienze raccolte in questi – tanti- anni di vita insieme sono alcune le parole che ci illuminano:
– I sogni:
E’ importante dare ascolto ai propri sogni e desideri.
– La semplicità:
A volte vivere la Fede sembra così complicato e ci chiediamo chissà con quale impegno devo raggiungere determinati alti obiettivi per imparare ad essere un “buon” cristiano… ma il nostro Signore ci ha insegnato a orientare il nostro sguardo alla semplicità, alle persone e imparare ad essere più umani, per comprendere in noi il Divino.
– Le domande:
Ci piace definire i nostri incontri uno spazio in cui abitare le domande, più che dare delle risposte. Noi stessi non sappiamo spesso quali soluzioni cercare, sia per la nostra vita che per gli altri: restare in ricerca, sentirci vicini, accogliere e non giudicare ci sembra la modalità più giusta.
– La passione:
Tutto ciò è impegnativo? Si! Ma scoprire che la bellezza di Dio è nelle persone, dà forza e coraggio e non si sente la stanchezza, ma viene voglia di continuare a camminare, anche se ci sono scoraggiamenti e la Chiesa sembra sopita.
– Le relazioni:
Da soli non si fa mai un granché. Anche una coppia, da sola, ha bisogno delle amicizie per condividere un sogno e gli impegni, ci si sostiene (anche negli errori), abbiamo bisogno del punto di vista diverso dell’altro.
Rosy Prezzemolo e Massimo Gualandi
Associazione
“Ruah Oro nelle ferite” odv.
Pagina facebook: Ruah Oro nelle ferite
Email: ruahoronelleferite@gmail.com
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