Favola per bambini

C’erano una volta due amici: uno si chiamava Simone e l’altro Andrea. Simone era buono e leale, Andrea ipocrita e disonesto. Un giorno Andrea si fece prestare da Simone cento Euro, promettendo che gliele avrebbe restituite al più presto. Passò il tempo, e Simone pregava inutilmente l’amico di rendergli il suo denaro.
Alla fine, Simone non ebbe altra scelta che quella di ricorrere alla giustizia. Ma, sotto giuramento, Andrea dichiarò che egli non aveva ricevuto in prestito da Simone un solo centesimo.
Il giudice, dopo aver ascoltato Andrea, chiese a Simone: “Chi era presente quando avete consegnato ad Andrea i cento Euro? Avete qualche testimonio?”.
“No, non ne ho” rispose Simone, “Gliele ho date nel bosco ai piedi di un grande albero, e non era presente nessun testimonio”.
Ma Andrea giurò di nuovo al giudice di non sapere nulla della faccenda, di non essere mai stato in nessun bosco, di non aver mai ricevuto denaro.
Il giudice rimase un po’ a pensare, quindi disse: “Ascoltatemi Simone: andate nella foresta, trovate l’albero ai piedi del quale avete dato il denaro ad Andrea e portate l’albero qui dentro. Sarà il vostro testimonio”.
Simone non poteva credere i propri orecchi e domandò al giudice: “Ma Eccellenza, come posso portare qui l’albero se non cammina? Come può l’albero farmi da testimonio se non parla?”.
Il giudice rispose: “Vi darò io un messaggio per l’albero e vedrete che verrà qui e testimonierà per voi”.
Il giudice scrisse un biglietto e lo diede a Simone. Simone se ne andò nella foresta e Andrea rimase nella stanza con il giudice.
Una mezz’ora dopo che Simone se n’era andato, il giudice guardò verso il bosco e disse: “Ma quanto tempo ci mette! Quell’albero deve essere molto lontano. Peccato che non l’abbia convocato prima in tribunale”.
Senza troppo pensare Andrea ribatté: “Eccellenza, Simone è ora soltanto a metà della strada. Camminando coma fa lui, ci vuole circa un ora per arrivare sul posto, presso l’albero”.
E in effetti dopo un paio d’ore Simone fu di ritorno e disse: “Eccellenza, ho messo il vostro biglietto davanti l’albero, come voi mi avete ordinato, ma l’albero non si è mosso di un passo, e io sono dovuto tornare senza testimoni”.
“Vi sbagliate, Simone” fece il giudice, “Nell’istante stesso in cui l’albero ha avuto il mio biglietto, si è precipitato qui e mi ha spiegato con esattezza quanto era successo. Ora ascoltate il mio verdetto: Andrea deve rendervi il denaro che gli avete prestato e, inoltre, dovrà scontare un anno di prigione per falso”.
Andrea, che non si aspettava una sentenza del genere, cominciò a protestare: “Ma, Eccellenza, sono stato qui vicino a voi per tutto il tempo e non ho visto davvero alcun albero venir qui a testimoniare. Come potete dire che l’albero ha testimoniato contro di me?”.
Il giudice rispose: “Sciocco che non siete altro! Non capite che la vostra stessa lingua ha testimoniato al posto dell’albero? Quando siete venuto da me, avete giurato di non essere mai stato in una foresta, di non aver mai visto un albero. Se questa era la verità, come potevate sapere quando Simone era arrivato a metà strada? Da questo appare chiaro che voi sapevate dove era l’albero. E se sapevate dov’era, vuol dire che siete stato là insieme a Simone”.
Così l’onesto Simone vinse la causa e il bugiardo Andrea si ebbe la giusta punizione.
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