L’angolo letterario. “Pattini d’argento.

di Nadia Ubaldi

Dopo essere andata per un po’ di tempo in vacanza, la nostra piccola rubrica letteraria torna a condividere con voi il consueto piacere della lettura. Vi propone, come al solito, libri “mirati” alle esigenze dei giovanissimi e degli adolescenti, ma ovviamente destinati a tutti: a chi non li conosce, a chi li ha letti e dimenticati, a chi forse ne conosce soltanto una versione cinematografica e vuole ora accingersi alla lettura.

MARY MAPES DODGE, Pattini d’argento

Lo scenario geografico di questo romanzo è forse uno dei paesaggi più affascinanti d’Europa: l’Olanda, con le sue casette di legno, con i suoi canaletti gelati dove grandi e piccini corrono sui pattini, con le sue vie colorate e piene di fiori, è descritta in toni vivaci e con sapienti pennellate di buonumore (nonostante la prima parte della storia, di per sé, sia tutt’altro che allegra). Il buonumore e la fiducia nella vita sono infatti una costante di tutti i giovani personaggi del libro, compresi i due protagonisti, i quali in realtà, a causa della loro situazione familiare, avrebbero ben pochi motivi per essere allegri. Hans e Gretel, come gli antenati della famosa fiaba, sono due fratelli poveri che devono quotidianamente guadagnarsi da vivere per aiutare la madre: il padre, caduto dall’alto di una diga dove lavorava come guardiano, ha perso conoscenza e da dieci anni non ha più l’uso di alcuna facoltà mentale. Talvolta la sua condizione di incosciente gli fa compiere atti pericolosi, come ad esempio spingere la moglie dentro il fuoco, rischiando di bruciarla, oppure ferirsi da solo con strumenti occasionali trovati in casa. Non tutti, nel piccolo villaggio olandese di Broek, dove si svolge la storia, guardano con amicizia e simpatia i due poveri ragazzi che sfrecciano sui canaletti gelati con rozzi pattini di legno; c’è chi chiama la loro misera capanna “la casa dell’idiota” e chi ha soprannominato Gretel “la guardiana di oche”, perché per guadagnare qualcosa fa pascolare le oche dei vicini.

Tra i ragazzi che ogni giorno compiono sui pattini piroette e acrobazie, per prepararsi ad una gara che avrà come premio finale un paio di pattini d’argento, possiamo ritrovare intatti gli stessi comportamenti dei teen-agers di oggi: le prime simpatie verso l’altro sesso, l’ammirazione per chi è più bravo, la punta di invidia verso chi, grazie alla sua velocità, sarà il più probabile candidato al premio dei pattini. Ma ci colpisce soprattutto quel senso di lontananza, per non dire di imbarazzo, che separa i poveri Hans e Gretel dai loro amici ricchi o benestanti, e che ci fa riflettere su come ancora oggi, purtroppo, in una comunità di adolescenti le differenze sociali continuino a pesare e a creare disagio.

Per fortuna, però, le anime buone prima o poi si incontrano: certo, il medico che opera il padre di Hans e Gretel senza chiedere alcun compenso ci fa un po’ sorridere; ma quando si scopre la tragica storia familiare di questo dottore silenzioso e apparentemente scontroso si resta perplessi, non si può evitare di pensare alla grande missione umanitaria che questa professione dovrebbe avere in ogni tempo e in ogni luogo. Così come forse ci fa sorridere la figura di Annie Bouman, la ragazza dal ruolo di benefattrice che aiuta economicamente Hans senza umiliarlo e senza ferire il suo orgoglio.  

C’è anche un altro risvolto che rende originale questo romanzo: l’innumerevole quantità di informazioni e di descrizioni storiche, geografiche e turistiche sull’Olanda. Una gita di gruppo sui pattini, compiuta dai protagonisti che partono dal villaggio di Broek e arrivano fino all’Aia, diventa l’occasione per far conoscere ai lettori fatti e curiosità su Amsterdam, Harlem, Leida e altre città: le pagine scorrono velocemente attraverso descrizioni di musei, di alcuni quadri, dell’organo famoso di una chiesa, dei giardini del Palazzo Reale e via dicendo……senza tralasciare l’atmosfera variopinta dei canali solcati dai battelli.

Non mancano nemmeno i toni epici: il bambino che scopre per caso un piccolo foro nella diga, riesce ad otturarlo tutta la notte con il dito e salva il paese dalla tragedia ci ricorda le belle favole ascoltate da bambini. Ma di certe favole, forse, si ha ancora bisogno quando si è adulti. 

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