Fare rete

La Redazione

Facendoci ispirare da un libro molto interessante dal titolo “Fare-rete per educare. La cassetta degli attrezzi & istruzioni per l’uso”, abbiamo deciso di scrivere questo breve articolo per provare a mettere in evidenza quella parola per noi così importante contenuta nel nome stesso del giornalino ovvero la “rete”.

Nel cammino verso la maturità di un individuo tre sono le fasi di crescita. La prima è quella della dipendenza, inevitabile per tutti a cominciare dai primi istanti di vita durante i quali ogni bambino è totalmente dipendente dagli adulti per i suoi bisogni di cura e di crescita sotto tutti gli aspetti. In seguito, la persona in crescita arriva progressivamente ad acquistare la propria indipendenza, a non avere più bisogno di dipendere totalmente da altri. A questo punto la persona indipendente divenuta progressivamente autonoma ed è pronta per un ulteriore salto di qualità: una crescita che la proietta a scoprire il bisogno di “inter-dipendere”, continuando tuttavia a mantenere la propria centratura, in base alla maturata consapevolezza che per fare qualcosa che da soli non si è in grado di fare occorre unirsi sinergicamente ad altri. La traiettoria del processo di maturazione di un individuo si completa perciò in questa serie di passaggi: dalla dipendenza alla indipendenza e dall’indipendenza alla interdipendenza

Tuttavia, è necessario fare chiarezza, per non confondere l’interdipendenza con la pseudo dipendenza. È un dato di fatto che non si può creare un rapporto di interdipendenza se prima non si è diventati indipendenti. Persone dipendenti tendono inevitabilmente a creare rapporti di dipendenza reciproca anche in età oltre la pubertà. In un rapporto interdipendente invece gli individui scelgono autonomamente e liberamente di mettersi “insieme”, consapevoli che potranno conseguire risultati che da soli non potrebbero mai ottenere.

L’interdipendenza diventa così uno stile di vita, una cultura di quel “fare-insieme” che facilita/introduce al successivo passaggio del “fare-rete”, “mettersi in rete”.

Compito primario di una “rete” è quello di far emergere l’urgenza di “mettere-insieme” sinergia e strategia per poter successivamente dare risposte a domande/bisogni che fanno capo al “bene comune” di un determinato contesto comunitario/territoriale.

Le persone/realtà che contribuiscono alla costruzione della “rete” di conseguenza devono essere orientate da una stessa volontà nel condividere e “mettere-in-comunione” all’interno della “rete” identità, competenze, relazioni, obiettivi, progettualità, attraverso il confronto e il libero scambio di un “bene”.

Urge di conseguenza andare alla ricerca, esplorare, mappare quel “bene” che ogni sistema comunitario possiede, seppure allo stato latente, al fine di valorizzarlo attraverso strategie progettuali mirate a creare nuove sinergie.

La “rete” la possiamo comprendere ancora meglio se la paragoniamo ad una orchestra. I vari “musicisti” che compongono un’orchestra rappresentano i “nodi” con cui è intessuta, tenuta insieme la rete. Nel fare-orchestra ogni musicista suona uno strumento diverso con uno spartito diverso, ma è nel loro mettersi insieme che viene eseguita la sinfonia. Così pure nel fare-rete la sinfonia è il prodotto dell’azione congiunta, grazie al ruolo che ogni persona/realtà svolge al suo interno, congiuntamente alle competenze di cui è portatore.

Ciò comporta anzitutto la necessità di educare i membri di una comunità a “pensarsi-in-rete”, a promuovere una “cultura di rete” mettendosi “insieme” per conseguire il bene comune.

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