Spunti di riflessione personali.

di Olimpia Pierdomenico

Maria vicina a chi nella pandemia muore solo.

Nel giorno dell’annunciazione a Maria, Papa Francesco ha tenuto un’udienza dalla biblioteca del palazzo, soffermandosi sulla preghiera in comunione con Maria, a cui egli ci ha affidati come madre e non come corredentrice.

Credo sia opportuno ritornare su questo tema, perdurando la pressione pandemica sull’inte ra popolazione mondiale che infierisce sui più fragili ed esposti, come gli anziani e i poveri, che non possono ricorrere a cure adeguate.

il Papa ci ricorda la vicinanza di Maria come e più di ogni buona madre: ci difende dai pericoli, si preoccupa per noi anche quando siamo presi dalle nostre cose e perdiamo il senso del cammino e la nostra salvezza.

Maria è sempre presente al capezzale dei figli che partono da questo mondo, così come è stata presente nei giorni di pandemia vicina alle persone che purtroppo hanno concluso il loro cammino terreno in una condizione di isolamento, senza il conforto e la vicinanza dei loro cari.

Il papa assicura che le preghiere rivolte alla Madonna non sono vane: Lei risponde alle nostre suppliche, anche a quelle che rimangono chiuse nel cuore perché non hanno la forza di uscire.

Dante profeta di speranza contro ombre e degrado

Durante l’udienza, il Papa si è unito al numeroso coro di quanti hanno voluto onorare la memoria del sommo poeta Dante alighieri nel settimo centenario della sua morte definendolo, con la lettera apostolica, “candor lucis eternae” (splendore della luce eterna) e testimone della sete di infinito insita nel cuore dell’uomo, colui che è stato in grado di descrivere e cantare in versi la speranza cristiana.

Sono rimasta profondamente turbata e affascinata dalle sue parole, tanto da andare a rispolverare i vecchi appunti del periodo scolastico sulla divina commedia e prenderne di nuovi, per me e per quanti non hanno avuto la possibilità di ascoltarlo.

Meglio di altri, il Papa ha saputo esprimere, mediante la bellezza della poesia, la profondità del mistero di Dio e del suo amore.

Ha inoltre ricordato come l’Alighieri non ci chiede oggi di essere semplicemente letto, commentato, studiato e analizzato, ma piuttosto di essere ascoltato e per alcuni aspetti imitato così da unirci al suo viaggio, perché anche oggi vuole mostrarci quale sia l’itinerario verso la felicità, la via retta, per vivere pienamente la nostra umanità, superando le selve oscure in cui perdiamo l’orientamento e la dignità.

Se Dante racconta tutto questo è perché ha un messaggio importante da trasmetterci, una parola che vuole toccare il nostro cuore e la nostra mente, destinata a trasformarci e cambiarci già ora in questa vita.

Il suo è un messaggio che può e deve renderci pienamente consapevoli di ciò che siamo e viviamo giorno per giorno nella tensione interiore e continua verso la felicità, verso la pienezza dell’esistenza e verso la patria ultima, dove saremo in piena comunione con Dio.

“La Divina commedia andrebbe letta tutta intera, è una summa dei misteri più importanti della nostra cara fede, costruiti con grande passione ed amore per la Chiesa da quel genio di Dante Alighieri” (Papa Francesco)

Di seguito gli ultimi versi del Paradiso in cui Dante mette in bocca a San Bernardo questa preghiera rivolta alla vergine Maria.

San Bernardo spiega come Dante sia giunto fin lì dalla profondità dell’inferno, mentre ora desideri elevarsi con lo sguardo verso la visione finale di Dio.

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