di Sonia Rota

Negli ultimi anni il mondo del calcio femminile è salito alla ribalta grazie ai risultati positivi ottenuti dalla Nazionale durante la partecipazione ai Mondiali tenutisi in Francia nel 2019.

La definizione “mondo del calcio femminile” non è casuale in quanto è figlia di una realtà ben distinta dal calcio che tutti conoscono.

Chi si avvicina a questo mondo trova passione, determinazione e dedizione completa a questa disciplina, tutte caratteristiche che vivo nella mia esperienza di dirigente e mamma di una giovane calciatrice.

In passato mi è capitato di trovarmi in situazioni di iniziale diffidenza da parte di dirigenti e persone sul campo dovuta a inesperienza e poca conoscenza del calcio femminile.

Oggi, fortunatamente, le cose stanno lentamente migliorando sia nel settore che nell’approccio delle famiglie a questo sport e proprio grazie a questo sono aumentate le iscrizioni nelle scuole calcio di bambine fin dai “primi calci”.

Nella nostra società, che nasce originariamente come esclusivamente maschile, oggi abbiamo squadre che coprono tutte le fasce di età del settore giovanile femminile oltre a una prima squadra che milita in promozione.

Questo grazie al lavoro di dirigenti e tecnici che si sono messi a disposizione esclusivamente per passione verso questa nuova realtà sempre più in ascesa.

Nonostante la situazione attuale, che ci ha condizionato con severe restrizioni e continui stop degli allenamenti e campionati, le giovani calciatrici sono sempre state presenti e attive dimostrando grande voglia di tornare in campo per poter liberamente vivere il loro sport con grande entusiasmo.

Quell’entusiasmo e quella tenacia che le spinge a praticare uno sport che per molti anni (e ancora oggi in alcune realtà) è considerato esclusività del mondo maschile.

Chiedendo a mia figlia il motivo per cui così tanto ama giocare la sua risposta è immediata: ama quel pezzo verde dove ogni volta che vi mette piede le sale l’adrenalina e tutto il mondo rimane fuori, ama “stare” nello spogliatoio dove ha trovato amiche con cui condividere la sua passione, dove può parlare di moda e di azioni, di musica e del gol più bello.

Durante i tornei che ci hanno portato in giro per il nord Italia ha conosciuto tante coetanee di paesi e regioni diverse con le quali si è creato un legame che rimane perché chi sceglie questo sport ha una forte motivazione e determinazione e perché lo sport in generale insegna ad abbattere qualunque barriera.

La sua non è stata una scelta, ma un voler affermare “io voglio giocare” perché il calcio fa parte di me, della mia personalità; infatti, pochi sono stati gli allenamenti saltati in questi sette anni.

Sono molto felice della sua scelta perché, oltre all’importanza di vivere l’esperienza sportiva nel senso atletico del termine, il giocare in una squadra l’ha portata a maturare come ragazza migliorando la sua capacità di stare in gruppo, di mettersi in gioco, di superare le difficoltà e di gioire per i traguardi raggiunti insieme.

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