
Il Cyberbullismo è una forma di bullismo che avviene tramite Internet.
Con questo temine si fa riferimento a offese, molestie, ricatti o forme di pressione messe in atto, per un periodo più o meno lungo, da parte di una persona o gruppo di persone nei confronti di un altro soggetto o gruppo, utilizzando le tecnologie digitali.
COSA È IL CYBERBULLISMO?
Si parla di cyberbullismo quando si fa riferimento a un comportamento violento che avviene online, con l’aggressore o gli aggressori che insultano, minacciano e cercano volontariamente di provocare danno a un altro soggetto o gruppo, spesso non in grado di difendersi o percepito come più debole.
Soggetti che commettono azioni di bullisomo e cyberbullismo, secondo il codice penale italiano, possono essere perseguiti per fattispecie riconducibili ai reati di diffamazione (art.595), minaccia (art.612) o dar luogo all’illecito depenalizzato di ingiuria (secondo l’art. 594)
ESISTONO DIVERSE FORME DI CYBERBULLISMO:
- Flaming:
Caratterizzato dall’uso di messaggi violenti e volgari per creare “battaglie verbali” e “risse virtuali”, promuovendo l’instabilità all’interno di gruppi o comunità online.
- Hate speech:
L’espressione hate speech nel contesto della Rete viene utilizzato per far riferimento a comportamenti on-line che incitano all’odio alla violenza e a un atteggiamento di discriminazione nei confronti delle vittime.
- Cyberstalking:
Il cyberstalking è caratterizzato da molestie, denigrazioni, persecuzioni e minacce ripetute per impaurire e/o ferire la vittima, sfruttando Internet o altri mezzi digitali. In questo caso, l’aggressore può cercare di controllare la posizione di una persona e monitorare le sue attività online e offline. Per questo, spesso vengono installati dei dispositivi GPS sulle auto delle vittime o degli spyware di geolocalizzazione sui cellulari e vengono tracciate le attività sui social.
- Denigrazione:
Riguarda l’atto del calunniare e infamare l’altro per provocare danni alla reputazione della vittima.
- Sostituzione di persona:
Ḕ l’appropriarsi dell’identità virtuale di qualcuno per spedire messaggi, pubblicare dei post o realizzare altro tipo di azione online al posto suo.
- Rivelazioni, doxing e altri esempi di pubblicazione di informazioni riservate
Consistono nel pubblicare informazioni riservate e potenzialmente imbarazzanti che riguardano un’altra persona.
Il termine “doxing” viene usato, in maniera più specifica, per far riferimento alla pubblicazione in Rete di dati personali di qualcuno senza il consenso (quindi indirizzo, numero di telefono, ecc.)
- Trickery o inganno:
Consiste nell’ottenere la fiducia dell’altro per poi pubblicare e divulgare le confidenze ascoltate.
- Outing:
Si tratta di un termine ancora più specifico che a come scopo quello di rendere pubblico l’orientamento sessuale di qualcuno, senza il suo consenso.
- Revenge porn:
Con questa espressione si fa riferimento alla pubblicazione di immagini, video o altro materiale sessualmente esplicito senza il consenso del soggetto in essi raffigurato allo scopo di vendicarsi o minacciare.
- Esclusione:
Si riferisce all’escludere volontariamente la vittima sai gruppi online, senza una giusta motivazione, allo scopo unico di ferirlo o di provocare un danno.
- Bodyshaming:
Ḕ un pratica molto diffusa in Rete che consiste nel giudicare il corpo di qualcuno, dalla taglia e alle differenti caratteristiche fisiche e “presunti difetti” causando vergogna alla vittima.
In molti casi, i cyberbulli sono delle persone che la vittima conosce personalmente. Gli aggressori cercano di ferire la vittima con molestie di ogni tipo, estendendo spesso questo comportamento anche alla sfera virtuale e facendo sì che il soggetto colpito si senta non protetto anche all’interno della propria abitazione.
Gli adolescenti e in generale il pubblico più giovane tendono a essere particolarmente vulnerabili nei confronti di questo tipo di comportamenti, tuttavia il bullismo sul web, come quello “tradizionale”, può colpire individui di ogni età.
È possibile così individuare alcune possibili conseguenze del cyberbullismo sulle vittime.
Queste ultime possono dunque pensare al suicidio, incorrere in forme di autolesionismo, depressione ed essere più propensi all’auto-isolamento; di conseguenza aumenta la difficoltà nel chiedere aiuto. Chiaramente, le aggressioni verbali perpetrate dagli aggressori possono avere un impatto non solo sulla salute mentale ma anche indirettamente sulla salute fisica degli individui.
La difficoltà da parte delle vittime di parlare dell’argomento o di denunciare gli aggressori per paura di ricatto fa sì che sia ancora più difficile identificare casi di cyberbullismo e proteggere i soggetti colpiti da questo tipo di condotta che tende a portare le vittime a uno stato di fragilità emotiva estrema.
Prevenire e combattere il cyberbullismo sono compiti difficili che richiedono uno sforzo collettivo e di sensibilizzazione.
Spero che questo contributo posso far accendere al lettore la voglia di “osservare” chiudo con due citazioni donataci da due grandi scrittori Giornata Nazionale Contro il Bullismo del 7 febbraio scorso.
Alberto Pellai: “Molti adulti preferiscono non immischiarsi nelle storie di bullismo, considerandole sciocche questioni di poco conto oppure necessari esercizi di sopravvivenza al quale il debole deve necessariamente sottoporsi per diventare un adulto capace di navigare nelle tempeste della vita.”
Massimo Gramellini: “Agli insegnanti e ai genitori: avete tutto sotto i vostri occhi. Occorre solo la voglia di guardare, di vedere davvero. E ai ragazzi e alle ragazze che vivono questo inferno, un abbraccio da un fratello che vi dice: tenete duro, un giorno l’inferno finirà.”
