di Annalisa Furiani (Dott.ssa laureata in psicologia dello sviluppo e dell’educazione)
La rapida diffusione dell’obesità nelle fasce di popolazione più giovane è un dato allarmante. Secondo l’indagine “OKkio alla SALUTE”, promossa dall’Istituto Superiore di Sanità, per il monitoraggio dell’eccesso ponderale e dello stile di vita, condotta su 50,902 bambini dai 6 agli 11 anni, rispetto al 2008 si sta assistendo a un decremento dell’obesità nei bambini, tuttavia, permangono le disuguaglianze tra Nord e Sud Italia con una prevalenza di bambini obesi nel Meridione e, rispetto all’andamento europeo, il tasso di obesità infantile in Italia, anche se in diminuzione, rimane tra i più alti d’Europa.
Tra i diversi fattori che concorrono nello sviluppo di tale patologia (predisposizione genetica, discrepanza tra l’introito calorico e il dispendio energetico, ambiente familiare e culturale) un ruolo fortemente influente sarebbe rappresentato dall’adozione di uno stile di vita sedentario e, tra le attività maggiormente influenti, vi è la visione prolungata della televisione. La variabile a cui è stato attribuito un peso maggiore è la massiccia presenza di spot pubblicitari nei canali dedicati ai ragazzi. Si stima, infatti, che se un bambino guardasse per un anno Italia Uno nella fascia oraria tra le 15-18, sarebbe esposto a circa 31.500 spot pubblicitari, ciò perché, nelle campagne di marketing digitale, i bambini vengono considerati i soggetti privilegiati a cui rivolgersi in virtù del loro potere d’acquisto, derivante dalla capacità di poter influenzare precocemente ˗ già all’età di due anni – le scelte della famiglia, segnalando le proprie preferenze e insistendo per ottenere ciò che vuole. Gli alimenti presentati sono privi di qualità nutrizionali e prevalentemente ad alto contenuto di zuccheri e grassi e, fino agli 8 anni, i bambini non hanno ancora sviluppato le capacità cognitive per comprendere che la pubblicità non rappresenta una fonte attendibile da cui carpire informazioni, cosicché interiorizzano la convinzione che sia accettabile mangiare quel determinato alimento, presentato nella pubblicità in un clima gioviale, senza ripercussioni avverse sulla salute e, di conseguenza, tali credenze potrebbero influenzare nel lungo termine l’adozione di comportamenti alimentari nocivi.
Poiché i principali moderatori delle abitudini alimentari dei bambini sono i loro genitori, che, tuttavia, quotidianamente devono confrontarsi con un ambiente obesogeno, il Ministero della Salute, tramite il documento strategie di educazione alimentare e nutrizione, ha fornito loro alcuni consigli pratici per prevenire l’insorgenza dell’obesità, tra cui:
- abituare il bambino a fare tre pasti ad orari regolari (colazione, pranzo e cena), intervallati da 2 spuntini, per evitare “buchi” tra un pasto e l’altro;
- non premiare il bambino con troppi spuntini, soprattutto se ipercalorici;
- non insistere quando il bambino è sazio o non ha fame per non generare un rapporto distorto con il cibo;
- limitare l’introito proteico alternando carne, uova e formaggi, alimenti che non dovrebbero mai essere assunti insieme, e preferire le proteine del pesce;
- abituare il bambino all’attività fisica e ai giochi all’aperto;
- rispettare i ritmi sonno-veglia, per evitare di incitare abitudini scorrette (ad esempio la sindrome da alimentazione notturna).
Curiosità: il Ministero della Salute ha promosso un progetto “PiccoliPiù in Forma” in cui si propone ai genitori di figli dai 4-5 anni, un percorso sul web ( https://piccolipiuinforma.it /), costruito e validato su consiglio di pediatri, esperti di nutrizione e attività motoria, strutturato per obiettivi di salute al fine di supportarli nella promozione di uno stile di vita attivo ed una alimentazione sana. I 9 obiettivi proposti per le accortezze da adottare nelle abitudini quotidiane sono:
- adattare le porzioni all’età;
- sedentarietà: non più di un’ora consecutiva;
- fare colazione ogni giorno, variare le merenda;
- consumare 5 porzioni di frutta e verdura al giorno;
- gioco e movimento spontaneo: tutti i giorni;
- gioco attivo: almeno 1 ora al giorno;
- limitare i dolci, le bevande zuccherate e il sale;
- aumentare la varietà dei cibi ogni giorno;
- vivere la cucina insieme.
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