di Loredana Marella

Il passaggio dalla famiglia patriarcale a nucleare, l’avvento dell’era digitale che ci consente di essere connessi con tutto il mondo, in realtà ci isola nei rapporti interpersonali, modificando le possibilità di incontro e confronto tra questi due mondi. Questa divisione porta inevitabilmente all’azzeramento della comunicazione, del dialogo, dello scambio reciproco e della trasmissione della cultura. Come educatrice mi sono posta la domanda di quali potrebbero essere i benefici che le generazioni invece potrebbero trarre da questi incontri e come promuovere un’educazione intergenerazionale. Nella nostra società consumistica dove ciò che ormai non funziona più bene viene scartato, anche l’anziano è visto come persona che ormai ha quasi terminato il suo ciclo vitale e quindi non più utile o non essendo completamente autonomo può tranquillamente essere messo da parte e spesso viene relegato nelle case di cura. Ma l’arrivo del Covid-19 che ha costretto tutti alla chiusura forzata, ad essere prigionieri delle nostre case e ad interrompere ogni rapporto umano ciò ci ha riportato all’essenzialità. Abbiamo capito il valore di un abbraccio di un bacio, di una carezza, ma soprattutto il valore dei nostri anziani che essendo i più fragili della popolazione hanno pagato il prezzo più alto di questa pandemia. Altissimo il numero degli anziani, dei nonni, che sono morti soli senza la vicinanza dei loro familiari. Proprio loro che rappresentano le nostre radici e la nostra memoria li abbiamo visti andar via, molti dei quali senza neanche aver potuto celebrare il funerale o una degna sepoltura. Abbiamo perso una parte della nostra storia. Bisogna però dire che molti giovani i quali in questa prima fase risultavano i meno colpiti si sono prodigati per dare assistenza agli anziani rimasti a casa da soli, consegnando la spesa a domicilio o i farmaci, c’è stato un mutuo soccorso, hanno preso consapevolezza della fragilità altrui e se ne sono presi cura. Nasce l’esigenza di una nuova visione della realtà, un nuovo paradigma: occorre essere uniti con tutti coloro che vogliono impegnarsi a promuovere una nuova rinascita del nostro vivere. Come educatori sappiamo che la rinascita della nostra società può avvenire solo attraverso un radicale rinnovamento del sistema educativo. Il Covid-19 ci ha costretto a riflettere sul nostro vivere, sulla nostra storia, sulla tanta sofferenza, sulla possibilità di immaginare un futuro migliore dopo questo tempo e ci interroga se saremo in grado di rinascere come persone nuove, con una nuova umanità. Ancor prima dell’arrivo della pandemia era sorta in me la voglia di rimettere al centro la figura dell’anziano, del nonno come membro attivo della società e ridare quel rispetto che merita. Sono un’educatrice di asilo nido nel tempo libero svolgo attività di volontariato nella parrocchia con i bambini dell’iniziazione cristiana e d’estate con gli adolescenti dell’oratorio. Mi confronto tutti i giorni con quanto queste figure siano importanti nella vita e nello sviluppo di una sana personalità del bambino prima e degli adolescenti poi. Ma anche delle difficoltà dei rapporti nella società dei nostri giorni e la sofferenza che la deprivazione di questa relazione comporta per entrambi, a volte per la lontananza o problemi familiari a causa di separazioni dei genitori o addirittura perché i nonni hanno ormai concluso il ciclo vitale. E quindi mi sono chiesta perché non dare a queste giovani generazioni la possibilità di beneficiare di un nonno che sia pure il nonno di chi un nonno non lo ha, un nonno “sociale” che possa però trasmettere quella tradizione, quei saperi, quell’affetto sincero e gratuito che solo loro sanno donare? Il bambino rappresenta la parte pura e incontaminata, privo di pregiudizi, pieno di energia positiva e di allegria, capace di accettare la diversità e ritmi lenti dell’anziano ed in cambio chiede solo attenzione e ascolto. Promuovere la relazione intergenerazionale questa è la nuova sfida educativa per riflettere sul modo di favorire e valorizzare le occasioni di apprendimento che possono nascere da questi scambi.

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