di Simona Galia

Papa Francesco ha donato ad Assisi il 3 ottobre la sua nuova Enciclica “Fratelli tutti”, pubblicata il giorno successivo, 4 ottobre, Festa di San Francesco. La scelta delle date non è stata casuale, e, per certi versi, anche per la nostra comunità ha coinciso con la Cresima dei ragazzi della Parrocchia, rafforzandone il significato e associandone il ricordo a uno straordinario evento per l’umanità tutta. 

Così, dopo la “Laudato sì”, ispirata al Santo di Assisi, con la quale papa Francesco ci invita a contemplare, rispettare e custodire il Creato, con quest’ultima, “Fratelli tutti”, citazione diretta dalle “Ammonizioni” di San Francesco, fa il passo successivo, indicando all’umanità come unica via quella della fratellanza e dell’amicizia sociale per una pacifica e felice convivenza, riportando al centro la dignità di ogni essere umano come principio ineludibile.

Ho letto “Fratelli tutti” d’un fiato perché affronta temi, ahimè dolenti e importanti per i nostri tempi che meriterebbero la giusta attenzione, con estrema semplicità. E’ un trattato di sociologia, politica, economia, religione e non solo…, per un nuovo Umanesimo. Parlarne è quanto mai arduo e mai esaustivo. Il mio è solo un modestissimo tentativo di stimolare la curiosità di ognuno e magari farne un prezioso regalo di Natale…

Lascio, comunque, un paio di riflessioni, una sulla “Laudato sì”, l’altra su “Fratelli tutti”.

La prima Enciclica, “Laudato sì”, pur non avendola letta integralmente, mi ha ricordato l’insegnamento che ho ricevuto dai miei genitori quando da bambina mi dicevano, riferendosi alla casa e alle sue varie stanze, “lascia le cose come le hai trovate e se le trovi in disordine, rimettile a posto”. La mia più ricorrente obiezione era, “non le ho messe io così”. Questo insegnamento vale anche per la Casa comune, ossia la “nostra” Terra. Ci dovremmo domandare se almeno negli ultimi decenni, questa “regola” sia stata veramente applicata anche al di fuori delle nostre case e non solo rivolta al presente…

Anche per la seconda Enciclica, “Fratelli tutti”, partirei sempre da una situazione familiare da estendere poi a tutti noi. Quando si condividono delle cose, intendo soprattutto beni, nelle nostre famiglie può capitare di essere egoisti o di accampare diritti, magari anche legittimi, di fronte ai quali ci si arrocca e non si tiene conto delle diverse condizioni ed esperienze di vita di ognuno. Dovremmo cominciare a ragionare e ad agire come ‘noi’ e non solo come singole persone, consapevoli che la famiglia, che papa Francesco ci indica come modello sociale, è solo l’inizio di un cammino da fare tutti insieme per una grande e fraterna comunità.

 Ci riusciremo? Penso di sì, se recupereremo la forza e le potenzialità del dialogo, che non si riduca, “a mere trattative affinché ciascuno possa accaparrarsi tutto il potere e i maggiori vantaggi possibili, senza una ricerca congiunta che generi bene comune. Gli eroi del futuro saranno coloro che sapranno spezzare questa logica malsana e decideranno di sostenere con rispetto una parola carica di verità, al di là degli interessi personali. Dio voglia che questi eroi stiano silenziosamente venendo alla luce nel cuore della nostra società” (“Fratelli tutti”, capitolo sesto).   

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