La comunicazione digitale

di Valentina Terrana

Comunicazione digitale: cos’è e perché è importante?

La definizione di comunicazione digitale può essere intesa come l’insieme di tutte le attività di produzione e diffusione dei contenuti (testi, immagini, video, etc.) attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali come pc, tablet, satelliti, smartphone.

La comunicazione digitale è l’unica forma di comunicazione che consente una personalizzazione mirata.

Un messaggio preciso per un preciso target in un ambiente dove la relazione è reticolare: uno parla con molti e molti parlano fra di loro, consentendo dunque la massima interattività.

L’età di accesso a questi dispositivi, e di conseguenza ad internet continua ad abbassarsi.

Ecco perché le competenze digitali e l’alfabetizzazione mediatica dovrebbero essere una parte essenziale della formazione scolastica sin dai primi anni d’età.

Bisogna coltivare la capacità dei bambini/ragazzi di vivere online e offline, in un mondo in cui i media digitali sono onnipresenti, per poter offrire ai giovani studenti le abilità per essere padroni delle proprie emozioni e del proprio comportamento nell’era digitale.

Queste capacità devono essere accompagnate da un’educazione ai valori umani di, integrità, rispetto, empatia e prudenza.

Sono questi i valori che permettono l’uso sapiente e responsabile della tecnologia.

L’educazione digitale è una sorta di educazione civica moderna che tiene conto della più grande rivoluzione che l’umanità ha vissuto negli ultimi decenni: Internet.

Molto spesso si tende a pensare che i bambini/ragazzi apprendano certe competenze da soli definendoli “nuove generazioni” o “nativi digitali” i quali hanno una sorta di capacità innata.

I bambini/ragazzi sono sempre più esposti a rischi legati alla tecnologia:

  • dipendenza tecnologica;
  • cyberbullismo;
  • adescamento online;

possono assorbire e interiorizzare comportamenti negativi che pregiudicheranno la loro capacità di interagire con gli altri, l’esposizione online è amplificata per i bambini vulnerabili, compresi quelli con esigenze speciali, le minoranze e quelli provenienti da famiglie economicamente svantaggiate.

Nei casi in cui esiste una consapevolezza di questi rischi, spesso si tende a criminalizzare Internet, capro espiatorio di ogni male, il movente di questa attitudine e la paura.

La paura è causata dalla non conoscenza dovuta al gap digitale dell’attuale generazione di genitori incapace di offrire la formazione digitale adeguata.

Per quanto riguarda l’Italia, questo aspetto è messo in luce nel Piano Nazionale Scuola Digitale, il quale ha come oggetto l’innovazione della scuola italiana.

“L’educazione nell’era digitale non deve porre al centro la tecnologia, ma i nuovi modelli di interazione didattica che la utilizzano”

I bambini/ragazzi stanno già vivendo immersi in un mondo che spesso neanche gli adulti comprendono. La soluzione non è tecnologica, ma pedagogica. Spetta a noi far si che siano dotati delle competenze e del supporto necessario per sfruttare questi strumenti in maniera responsabile e proficua.

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