di Maria Antonietta Trinchini
Non è facile, oggi, aiutare un genitore che invecchiando ha perso la propria indipendenza ed ha bisogno di essere assistito durante le 24 ore della giornata.
L’affetto e la voglia di aiutarli a gestire i problemi quotidiani purtroppo, spesso si scontra con la stanchezza e lo stress che “noi figli” affrontiamo nelle giornate lavorative, negli impegni familiari ed anche nell’avanzare della nostra età.
Si, perché, se è vero che i genitori diventano anziani, anche noi figli invecchiamo insieme a loro e dobbiamo dosare le energie per poter affrontare i vari compiti da assolvere.
Riusciamo a fare il necessario, ma spesso ci manca il tempo per fargli compagnia, per chiacchierare, per renderli partecipi di una vita che loro vedono solo attraverso la televisione (e non so quanto questo sia positivo!)
La nostra anima ha bisogno di accadimento più del nostro corpo. I bisogni del corpo sono necessari ed hanno la precedenza. Quelli dell’anima sono quelli che danno qualità alla nostra vita e spesso sono quelli per i quali ci sono i ritagli di tempo e che tendiamo a rimandare.
Ritrovarsi a dover dipendere dagli altri in tutto e per tutto è umiliante e triste ed a volte, quando li guardi ti sembra di poterlo toccare il loro dolore.
Sembrano bambini indifesi e, come loro, suscitano una grande tenerezza.
La cosa più bella che possiamo fare, in questi ultimi anni così bui per loro, è mostrargli il nostro affetto nell’occuparci di loro, non solo per il “dovere” di farlo ma per il “piacere” di farlo.
Regalargli qualche sorriso e qualche carezza in più perché farli sentire amati vuol dire alleggerire il loro senso di inutilità e la loro paura di essere solo un enorme peso.

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