Il dado dell’Amore

(Attività con i ragazzi di Cresima)

Affrontando il discoro sui desideri siamo arrivati a chiederci quale fosse il desiderio di Dio sugli uomini e così ci siamo soffermati su quello che lui stesso ha definito il suo comandamento: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. Il desiderio di Dio è quello che ci sia amore reciproco tra noi? Si, e ci ha anche donato alcune indicazioni per poter realizzare questo suo desiderio. Per noi è un impegno molto importante, di non facile realizzazione e proprio per questo che l’abbiamo chiamata   “l’arte di amare”, perché come tutte le arti c’è bisogno di esercizio per svolgerla bene.

Per renderla visibile abbiamo costruito un dado che abbiamo chiamato il “dado dell’amore” e su ogni faccia abbiamo fatto dei disegni che rappresentano i vari insegnamenti di Gesù e ogni disegno è una faccia del dado.

Tirando il dado usciva una faccia e tutti insieme facevamo il proposito di cercare di vivere quello che era riportato su quella faccia nella settimana che avevamo davanti.

La prima qualità dell’amore cristiano è Amare Tutti. Quest’arte di amare vuole che amiamo, come fa Dio, tutti, senza distinzione. Non c’è da scegliere fra simpatico e antipatico, vecchio o giovane, connazionale o straniero, bianco o nero o giallo, cristiano o ebreo, musulmano o induista… L’amore non conosce “alcuna forma di discriminazione”. Bisogna spalancare il cuore, rompere tutti gli argini e mettersi in cuore la fratellanza universale: dobbiamo vivere per la fratellanza universale.

Un altro passo dell’arte di amare, forse il più impegnativo di tutti, domanda di “Amare Per Primi” prendendo sempre l’iniziativa, senza aspettare che l’altro faccia il primo passo. A volte potremo restare delusi, ma non perderemo mai il coraggio se ci convinciamo che “nell’amore quel che vale è amare”. Proviamo ad alzarci al mattino e dire: “Amerò per primo tutti quelli che incontro durante la giornata” e ricordarci che “siamo stati creati in dono gli uni per gli altri”. Questa si che è una vera rivoluzione.

Un’altra caratteristica dell’amore, riportata in tutti i libri sacri, e che da sola basterebbe, se vissuta, a fare di tutto il mondo una grande famiglia è: amare come se stessi, fare agli altri quello che si vorrebbe fatto a sé, non fare agli altri quello che non si vorrebbe fosse fatto a sé. È la cosiddetta “Regola d’oro”, tanto bene espressa da Gandhi quando ha affermato: “Tu ed io siamo una cosa sola. Non posso farti male senza ferirmi”. Il Vangelo l’annuncio così: “Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”. Nella tradizione musulmana si conosce così: “Nessuno di voi è un vero credente se non desidera per il fratello ciò che desidera per sé stesso”. Nel buddismo: “Non trattare gli altri in modo che tu stesso troveresti dannoso”. Ecc… Diffondiamo tra noi e tra tanti questa Regola d’oro, chissà potremo un giorno scriverla così: “Amare la patria altrui come la nostra”.

L’amore evangelico ci spinge a vedere “Gesù nel fratello“. Ricordate la parabola conosciuta come il giudizio finale? Termina con la frase: “Ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fata a me”. Quante occasioni abbiamo ogni giorno per incontrare Gesù nel fratello: sicuramente possiamo amare Gesù nei familiari a cui diamo il buon giorno, con i quali recitiamo magari le preghiere e consumiamo i pasti; oppure quando usiamo lo strofinaccio o la scopa, quando laviamo i piatti, o facciamo la spesa; quando scriviamo un messaggio, o facciamo una telefonata; quando preghiamo; quando pur non andando a scuola ci rapportiamo con i compagni e gli insegnanti. Sempre abbiamo questa favolosa possibilità, e possiamo essere certi che Egli ad ogni momento ci dice: “L’hai fatto a me”.

L’arte di amare, come abbiamo visto, ci chiede di amare tutti. E fra questi “tutti” Gesù dice: “Amate i vostri nemici”. Questo si che capovolge il nostro modo di pensare. Perché non possiamo negarlo: qualche nemico, piccolo o grande, lo abbiamo tutti. E lì dietro la porta dell’appartamento accanto, in quella signora che risulta così antipatica….In quel parente che anni fa ha recato un torto per cui gli abbiamo tolto il saluto… quando ci ha accusato il professore…è quel ragazzo, una volta amico, e poi è andato con un altro…o in quel commerciante che ci ha imbrogliato… Ebbene a tutti questi e a una infinità di altri che chiamiamo nemici, Gesù ci chiede di amarli. È difficile? È penoso? Non lascia dormire al solo pensiero? Ci vuole coraggio. Ma non è la fine del mondo: un piccolo sforzo da parte nostra, poi il 99% lo fa Dio e…nel cuore un fiume di gioia.

L’amore vero, quello che finora abbiamo visto, ha il suo scopo ultimo e il suo culmine nell’amarci a vicenda. Sì, perché amandoci reciprocamente potremo avere la presenza di Gesù tra noi. Lui ce lo ha promesso quando ha detto: “Perché dove due o tre (quindi non singolarmente) sono riuniti nel mio nome (che significa nel suo amore) io sono in mezzo a loro”. Allora la nostra unione sarà perfetta. E visto che queste parole se non le sperimentiamo nella nostra vita rimangono solo parole, ci invitiamo tutti insieme a farne una esperienza concreta nella vita di tutti i giorni. La Sua presenza la scopriremo con i “sensi dell’anima” troveremo pace, serenità, gioia, luce, ecc….

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