di Giovanna Di Monte
Ripartenza post covid? Si torna a scuola attuando il distanziamento sociale? Riparte o no l’economia? Siamo davvero tutti liberi? Ma siamo sicuri di essere in una fase post? Il virus è ancora tra noi o è magicamente scomparso? Da che punto si riparte?
Una lunga serie di interrogativi come questi popolano le nostre menti confuse, in cerca di autorevoli risposte che giungono, numerose, alla nostra percezione come un perfetto nonsenso. Tutte informazioni veicolate da un turbine mediatico inarrestabile i cui effetti degeneranti suggestionano il quotidiano incedere dei giorni.
Il caos generato dalla pandemia ha messo a dura prova gli equilibri di una società instabile e instancabile, una società che oggi desidera recuperare una dimensione di normalità e leggerezza, pur avvertendo ancora il peso di una situazione irrisolta.
Ma come è possibile ripristinare lo status quo ante se non attraverso un processo di riscoperta di ciò che avevamo e abbiamo perso e di ciò che non avevamo e che abbiamo acquisito?
Lungi dall’idea di cadere in dissertazioni farraginose, il quesito è un semplice spunto di riflessione, un quid su cui ragionare, un brainstorming catartico utile per una insolita autocritica. Dunque, perché non ripartire da qui? Da un pensiero che illumini il cammino e rischiari un futuro incerto?
In seguito all’esperimento meditativo, in attesa dei progressi della medicina, non sarebbe poi troppo ambizioso pensare di influenzare le decisioni politiche sperimentando il buonsenso, il rispetto delle regole, il ricorso alla moderazione, con una giusta dose di motivazione!
Ma che cos’ è la motivazione? Secondo lo studioso Michael J. Juicus, la motivazione è “L’atto di stimolare qualcuno o se stessi per ottenere le iniziative (azioni) desiderate”; nell’ottica di Dalton E. McFarland “La motivazione afferisce al modo in cui le necessità, le pulsioni, i desideri, le aspirazioni, gli sforzi o bisogni indirizzano, controllano o spiegano il comportamento degli esseri umani”. Quasi a descrivere una forza nascosta a cui l’uomo può attingere per risalire la china. Ebbene motivazione potrebbe diventare la parola chiave della ripresa, il punto da cui ripartire, l’input all’azione ragionata ma anche all’esercizio del pensiero efficace al fine di disegnare un futuro a misura d’uomo, fatto di azioni proficue al benessere collettivo, progettando il bene comune. Perché i bisogni individuali sono quelli collettivi e non c’è limite al bene che l’uomo può fare all’uomo se riesce ad arginare egoismi di parte.
Lasciarsi conquistare da questo spirito avrebbe già il senso di una ripresa e se si attuassero strategie di “mutuo soccorso” i risultati potrebbero essere sorprendenti.
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