di Olimpia Pierdomenico
Oggi più che mai, la figura dei nonni viene spesso trascurata e ignorata, associata alla vecchiaia e all’aiuto economico.
Però, nonostante i tempi siano cambiati, l’amore dei nonni rimane immutato.
I nonni tramandano vivendo le abitudini e i valori della famiglia e della terra, rappresentano le nostre radici.
I nonni concedono ai nipoti molto più di quanto non potranno mai ricevere: sono amici e complici, rifugio e forza.
Sia ieri che oggi le braccia dei nonni sono sempre aperte per un abbraccio, per riempire di baci i protetti, per amarli, perdonarli e difenderli sempre.
Un giorno mio nipote mi chiese: Nonna, come passavate voi le vostre giornate? Come erano i vostri nonni?
Ed io, come tanti altri nonni, nonostante tutte le difficoltà e la povertà del tempo, non riesco a non pensare ai momenti felici ed ai grandi insegnamenti e valori appresi da loro.
Ogni giorno per me era una sorpresa. Mio nonno prendeva per mano me e i miei fratelli, e ci portava nel suo orto, a vedere le “papere mute” che, dopo diversi giorni di cova, si allontanavano verso il primo rigagnolo d’acqua con i piccoli paperotti gialli appena nati, per poi tornare al caldo nella paglia. Poi prendevamo le uova fresche dal pollaio con il cestino di vimini fatto a mano; poi nella conigliera a vedere i piccoli nati per dar loro da mangiare l’erba medica; poi nell’orto a raccogliere gli ortaggi.
Non eravamo mai stanchi, sempre allegri!
Eravamo tanti e formavamo una bellissima squadra. Ci si aiutava, felici, durante la mietitura e i raccolti di granturco, ognuno col proprio compito. Non si buttava via niente: col mais ci si faceva la farina per la polenta e il mangime per le galline, mentre le foglie diventavano materassi per i nostri letti!!!
Quando arrivava l’ora dello studio, i più grandi aiutavano i più piccoli, e, poiché non tutti potevano permettersi i libri per studiare, a turno si prestavano i testi al compagno. Alla fine, tutti seduti sull’erba per una gara a chi era più bravo con le tabelline.
Il premio era un cestino di frutta e verdura, che veniva, però, sempre condiviso con tutti.
Dalle famiglie più umili abbiamo visto nascere grandi professionisti. Come eravamo orgogliosi!
Si camminava tanto a piedi, non c’erano le macchine ma le distanze non contavano.
Si giocava insieme a corda, campana e nascondino.
I nostri nonni ci hanno insegnato a rispettare le persone, la natura, gli animali e le cose. Ci hanno insegnato il valore e l’importanza della preghiera. Ci hanno insegnato cos’è la condivisione e la solidarietà.
Non abbiamo mai conosciuto la noia.
Oggi invece, grazie anche al lavoro e i sacrifici dei nonni, si gode di comodi materassi, si ordina la spesa con un click, si viaggia in automobile e si è sempre incollati ai telefonini.
Forse si stanno perdendo quei valori così importanti, o forse è così che gira il mondo, ma di una cosa sono sicura:
Quando un nonno vede il suo nipotino da lontano corrergli incontro, pieno di luce negli occhi, in quel momento, in quel preciso istante, non è una semplice creatura, ma è il creato intero, Dio compreso, che chiede di essere accolto tra le sue braccia.
Non è un caso che in onore di queste figure così importanti, sia stata istituita una vera e propria ricorrenza civile il 2 ottobre, la festa dei nonni, lo stesso giorno in cui la chiesa celebra gli angeli custodi.
Il tempo è Il regalo più grande che possiamo fargli.
Si invecchia quando si finisce di imparare. Ecco perché, grazie ai nipoti, i nonni non invecchieranno mai.
Nipoti, non vi arrendete mai! Il coraggio aiuta gli audaci!
Fate tesoro dei consigli dei nonni!
Nonni, difendiamo i nostri nipoti dalla tv spazzatura, dalle volgarità e non permettiamo ai mostri di rubar loro i sogni!

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