Curare, abitare, sognare, educare.

di Diana Marchetti

Ciao a tutte/i, desidero raccontarvi qualcosa su un piccolo percorso, tramite la piattaforma zoom, fatto insieme ad altre persone e che ci ha accompagnato nel mese di giugno. Cerco di portarvi con me in questo piccolo viaggio di quattro tappe. Allora saliamo su questo treno, accomodiamoci e partiamo.

La prima fermata l’abbiamo fatta a Bergamo dove siamo stati accolti da Johnny Dotti pedagogista e imprenditore con il quale abbiamo conversato sulla parola “curare”.

Parlare di questa parola proprio a Bergamo dove il Covid-19 ha causato tanti morti ha messo subito in evidenza che curare in questo periodo per medici e infermieri ha voluto dire soprattutto accompagnare le persone, molto spesso accompagnarle fino alla morte. La cura ha a che fare con la consapevolezza della propria e dell’altrui fragilità. Prendersi cura vuol dire privilegiare l’altro rispetto a noi stessi e questo si può considerare un vero e proprio pellegrinaggio.

Ripreso il viaggio dopo tante ore siamo arrivati a Roma dove ad accoglierci c’era il Presidente del nostro Municipio nonché professore di urbanistica all’Università di Roma Tre Giovanni Caudo. Ed è proprio nella veste di professore che abbiamo trascorso con lui un’oretta a riflettere sulla parola “abitare”.

Certamente la parola “abitare” ci richiama alla casa, ma in realtà deriva da “possedere”, dal “ripetere un certo rito abitualmente”.

Ci siamo chiesti: possiamo non abitare? No, non possiamo non abitare; dal momento in cui nasciamo abitiamo in quanto siamo imperfetti. Proprio grazie a questa nostra imperfezione possiamo abitare qualsiasi luogo della terra e ci perfezioniamo adattandoci all’ambiente.

Quindi, possiamo dire, che la nostra imperfezione è la nostra ricchezza. È anche vero che negli ultimi 200/300 anni abbiamo impattato col mondo in maniera molto incisiva arrivando a modificare anche la crosta terrestre. Se continuiamo ad incidere così certamente ci esponiamo a tutte le intemperie compresi i virus.

La terza tappa ci ha condotto in Toscana dove abbiamo incontrato Luca Mauceri, attore, musicista e scrittore.

Con lui abbiamo fatto un tuffo nei “sogni”.

Ci ha fortemente invitato a metterli a fuoco, non solo voli pindarici di mera fantasia, non qualcosa di inarrivabile, ma sogni che sono sempre più affini a progetti, a qualcosa da realizzare.

Luca ci ha inoltre invitato a guardare ai santi che andando contro corrente hanno fatto coincidere i loro vari sogni con il desiderio più grande come quello che Dio ha per ciascuno di noi. Prendiamo quel sogno e realizziamo “solo” quello. Potremo forse dire da adulti di essere persone realizzate. Un santo che ha ispirato particolarmente Luca è san Francesco e il suo sogno di povertà e fratellanza che non fa ingiustizia tra i figli di Dio.

Il nostro viaggio volge al termine con l’ultima tappa che ci ha condotto in  Molise, vicino Isernia, dove ci ha accolto Paolo Greco, teologo, insegnate di religione e scrittore. Con lui la parola su cui riflettere è stata “educare”.

Abbiamo compreso che il termine educare che viene dal latino educere, contrariamente a quanto si possa pensare, vuol dire “tirare fuori”. Quindi non tanto “insegnare”, “informare”, ecc. quanto invece far emergere tutto quello che di buono in ognuno già c’è.

Dopodiché Paolo, con molta delicatezza, ci ha fatto “entrare” nell’aula di un liceo in una delle sue tante lezioni on-line per il coronavirus.

È stato veramente interessante comprendere come una lezione (in questo caso di religione) possa diventare un’ora nella quale i ragazzi possono tirare fuori tutti i loro dubbi, le loro incertezze, le loro paure e questo partendo da una lettera che lui scriveva settimanalmente ai ragazzi e non che il professore chiedeva ai ragazzi di scrivere.

Al termine di questo viaggio possiamo dire che ogni incontro è stato preziosissimo, un vero dono che ci ha arricchito ed ha contribuito ad arricchire il nostro bagaglio interiore. Sicuramente ci accompagnerà nel corso della vita aiutandoci ad avere uno sguardo più ampio su ciò che ci capita e soprattutto sulle nuove generazioni.

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